Questo blog è nato come diario, mio e di Mamma C., per poterci tenere in contatto visto che le occasioni per vederci e stringerci strette eran poche durante l’anno (4, 5? Quando va bene…)
E parla di noi, come donne e come mamme.
Perché le due cose sono assolutamente imprescindibili, per lo meno nei primi anni di vita dei nostri figli.
Nonostante fossimo entrambe libere professioniste, che significa lavorare troppe ore senza rete, non solo avere orari flessibili, siamo state in questi 4 anni, prima di tutto mamme.
Ed è normale che i nostri racconti, le nostre gioie, siano state correlate primariamente con i piccoli fatti e avvenimenti che caratterizzavano la crescita dei nostri figli.
D’altro canto il lavoro lo avevamo già esplorato prima, entrambe avevamo esercitato la professione per anni e poi ci eravamo decise al grande passo (nel nostro caso fare figli).
Ecco perché l’epifania degli ultimi anni per noi è la mammità, non la carriera; nello stesso modo ecco perché lei sia riuscita a smarcarsi da un lavoro bellissimo, trovandone subito un altro altrettanto bello e impegnativo; nello stesso modo ecco perché io sono in stallo e mi permetto di starci e di rimanerci, godendomi la vacuità dell’indecisione, momento che mi avrebbe portato, in altri frangenti della mia vita qualche anno fa, a crisi e problematiche esistenziali.
Io ora me ne frego.
Non so e non voglio più sapere cosa farò e cosa sarò, so già che sono diventata.
Io sono la madre di Simone, il resto transit. E se non transit, che si accomodi, io non ho più fretta.
Come classificare i mille anni che ho già vissuto dentro di me? Le infinite storie di me che non han portato mai a niente? E quelle poche che invece mi han fatto fare balzi infiniti in pochi mesi?
Cinque giorni fa era il sedicesimo anniversario della morte di mio padre: non posso più dire che mi manca, sono andata troppo avanti per poter affermare un concetto del genere; posso dire che vorrei essere abbracciata, che vorrei prender rifugio in lui, che mi piacerebbe sapesse il mio ora. Ma non è dato e tutta la storia con lui mi sembra appartenere a mille vite fa, quelle di quando non ero sposa e non ero madre.
In questi anni di blog ho conosciuto mamme che a malapena ce la facevano a scrivere un post di due righe più simile ad uno stato di FB per mancanza di tempo e carenza di sonno, così come ho incontrato mamme trasversali a volte urtate dal concetto di mommyblogging e mamme sbrodolone come me, che scrivono mille parole per pochi concetti mammeschi semplicissimi.
Mamme nascoste e mamme palesi.
Salvo poi che tutte, indiscriminatamente, ci ritroviamo a fermarci e guardare: un attimo che i figli ce li poteva portar via come Mamma C, un attimo che i figli ce li si addormenta su un ingarbuglio di ferri circolari come Anna Maria, un attimo con un disegno particolarmente intenso come Mela Blu, l’attimo di una danza trascinante come Stima o di un casino come Penta, l’attimo di una bocca cioccolatosa come Barbara, l’attimo gelido fatto così come l’altra Barbara (e mille e mille altre ancora).
Un universo che declina il mommyblogging: palese e nascosto – ma in entrambi i casi orgoglioso.
Questo post è un grazie, perché mi trovo in accordo e in disaccordo con voi, e ogni volta che ci parliamo cresco, cambio idea, rivaluto e rimugino. Litigo con me e con l’idea che ho di voi.
Ma vi amo proprio tutte, perchè mi permettete di essere incoerente e di cambiare idea, ma mai persona.

E parla di noi, come donne e come mamme.
Perché le due cose sono assolutamente imprescindibili, per lo meno nei primi anni di vita dei nostri figli.
Nonostante fossimo entrambe libere professioniste, che significa lavorare troppe ore senza rete, non solo avere orari flessibili, siamo state in questi 4 anni, prima di tutto mamme.
Ed è normale che i nostri racconti, le nostre gioie, siano state correlate primariamente con i piccoli fatti e avvenimenti che caratterizzavano la crescita dei nostri figli.
D’altro canto il lavoro lo avevamo già esplorato prima, entrambe avevamo esercitato la professione per anni e poi ci eravamo decise al grande passo (nel nostro caso fare figli).
Ecco perché l’epifania degli ultimi anni per noi è la mammità, non la carriera; nello stesso modo ecco perché lei sia riuscita a smarcarsi da un lavoro bellissimo, trovandone subito un altro altrettanto bello e impegnativo; nello stesso modo ecco perché io sono in stallo e mi permetto di starci e di rimanerci, godendomi la vacuità dell’indecisione, momento che mi avrebbe portato, in altri frangenti della mia vita qualche anno fa, a crisi e problematiche esistenziali.
Io ora me ne frego.
Non so e non voglio più sapere cosa farò e cosa sarò, so già che sono diventata.
Io sono la madre di Simone, il resto transit. E se non transit, che si accomodi, io non ho più fretta.
Come classificare i mille anni che ho già vissuto dentro di me? Le infinite storie di me che non han portato mai a niente? E quelle poche che invece mi han fatto fare balzi infiniti in pochi mesi?
Cinque giorni fa era il sedicesimo anniversario della morte di mio padre: non posso più dire che mi manca, sono andata troppo avanti per poter affermare un concetto del genere; posso dire che vorrei essere abbracciata, che vorrei prender rifugio in lui, che mi piacerebbe sapesse il mio ora. Ma non è dato e tutta la storia con lui mi sembra appartenere a mille vite fa, quelle di quando non ero sposa e non ero madre.
In questi anni di blog ho conosciuto mamme che a malapena ce la facevano a scrivere un post di due righe più simile ad uno stato di FB per mancanza di tempo e carenza di sonno, così come ho incontrato mamme trasversali a volte urtate dal concetto di mommyblogging e mamme sbrodolone come me, che scrivono mille parole per pochi concetti mammeschi semplicissimi.
Mamme nascoste e mamme palesi.
Salvo poi che tutte, indiscriminatamente, ci ritroviamo a fermarci e guardare: un attimo che i figli ce li poteva portar via come Mamma C, un attimo che i figli ce li si addormenta su un ingarbuglio di ferri circolari come Anna Maria, un attimo con un disegno particolarmente intenso come Mela Blu, l’attimo di una danza trascinante come Stima o di un casino come Penta, l’attimo di una bocca cioccolatosa come Barbara, l’attimo gelido fatto così come l’altra Barbara (e mille e mille altre ancora).
Un universo che declina il mommyblogging: palese e nascosto – ma in entrambi i casi orgoglioso.
Questo post è un grazie, perché mi trovo in accordo e in disaccordo con voi, e ogni volta che ci parliamo cresco, cambio idea, rivaluto e rimugino. Litigo con me e con l’idea che ho di voi.
Ma vi amo proprio tutte, perchè mi permettete di essere incoerente e di cambiare idea, ma mai persona.
ti voglio proprio tanto bene *
RispondiEliminala prima risposta diretta del nuovo blogger volevo fosse per te ***
EliminaA volte mi chiedo se queste mamme blogger fossero vissute vicine sarebbero riuscite lo stesso a comunicare tra loro amore, affetto, comprensione, passioni e stimoli. Che lo scrivere e il restare della parola aiuta a tener fermi anche i sentimenti? Perchè ogni volta che passo di qua e leggo mi sciolgo, mi ribalto le budella a volte per le risate a volte per trsitezza o rabbia, ma è sempre un'emozione. Che non vivo con le mamme che frequento.
RispondiEliminaPer questo ci siamo noi! :)
Eliminase questo è essere sbrodolone!!!...mi piacciono queste "mille parole" che ti tengono incollate al monitor :)
RispondiEliminaed è una bella qualità essere aperti al cambiamento baci
love u.
RispondiEliminaquanto è vero.
RispondiEliminaE quanto belle siete !
Grazie a te, per il tuo essere le mille bellissime te stessa, per il tuo raccontare, raccontarti, raccontarci, di cuore, di pancia, di testa... grazie per il tuo esserci, semplicemente e meravigliosamente ♥
RispondiEliminapost di due righe:celo
RispondiEliminatrasversale:celo
urtata dal concetto di mommyblogging:celo
e in perfetta armonia con questo post ho appena (un minuto fa) pubblicato il mio più lungo pippone. tutto sommato sul mommyblogging.
Mamma F io mi spavento di tutto ciò!
(grasssie)
Anche a me inquieta un po', se devo dire la verità...
EliminaE "tutto sommato" sei una mommyblogger trasversale :)
eh eh eh
RispondiEliminabello bello il post, ma quasi ci rimango secca :)
Nella prima parte mi sono assolutamente immedesimata, mi sembrava che le tue parole mi facessero fare pace con il mio essere così tanto mamma e meno donna... mollare il lavoro, la serena completezza di fare la mamma ... e poi la lista di Blogger Grandi, quelle che non puoi non leggere.
Scopro di esserci anche io ( !!!!!!!) e che sono una mamma blogger sbrodolona, palese.
Mamma F, volevo dirti che non ho pianto, son svenuta un attimino, ma adesso son contenta.
che emozione tutta intorno ;) qui si cresce tutte insieme
Esagerata. Guarda che non ti cito più!
Elimina:) era un grazie però....
Eliminae il mio era un "prego" ma lo sai che sono ruvida ormai no?...
Elimina:) serve un po', ma alla fine noi ci si capisce ;)))))))))
EliminaQuanto ammore...:-)
RispondiEliminaMa che vi ha preso a tutte oggi? Tutte riflessive? Sono appena stata da Stima e le ho lasciato un commento lungo quanto il suo post! :-)
RispondiEliminaA te che ti devo dire, cara Mamma F? Che se all'inizio della mia avventura non avessi incontrato te e un altro paio di persone, forse non avrei proseguito a scrivere e chissà ora cosa farei. Non volevo far parte del mommyblogging (non nell'intenzione iniziale) ma il titolo del mio blog mi ci ha catapultata mio malgrado, e ne sono contenta perchè ho conosciuto persone come te e poche altre che mi hanno aiutato a riflettere molto e a capire. Anch'io a un certo punto della mia vita ho rallentato il lavoro (fino a mollarlo del tutto) per dedicarmi ai figli e non me ne pentirò mai, anche se mi è costato più di quanto avrei pensato. Anch'io oggi posso dire "sono la mamma di A. e G., il resto transit", perchè già questo ti riempie la vita in gran parte.
Se oggi torno a cercare un lavoro non è per una realizzazione personale (come sarebbe stato un pò di mesi fa) ma è per avere un'indipendenza economica che obiettivamente mi serve.
Il tuo titolo mi fa pensare che per me è partito tutto da un film. :-)
Ma prima o poi lo scrivo...
Ehi, Rory, siamo a due birrette allora :)
EliminaScrivilo che son curiosa.
Sarà fatto, ma non ora che son serena. Per scriverlo mi devo rituffare in un passato troppo passato. :-)
EliminaAllora anche no, dai.
Eliminama no, va bene, prima o poi sarò ispirata...:-)
Eliminae distaccata...
Sulla prima parte, sull'essere mamma, quanto è vero quello che scrivi...Sai io ,per esempio, quando devo ripensare a cose successe nel passato, faccio riferimento alle mie gravidanze, come fossero il mio anno zero.
RispondiEliminaPer la parte sulle mamme blogger è proprio pochissimo che ho aperto il mio blog, ma devo dire che quello che ho scoperto è di gran lunga più bello e inaspettato di quanto potessi immaginare.
Non ti trovo sbrodolona, credo che tu abbia voglia di comunicare i tuoi sentimenti, fanno parte della vita e la rendono migliore, se commuovi un po' è perchè i tuoi sentimenti sono condivisi, che male c'è?
Buona giornata.
“Ecco perché l’epifania degli ultimi anni per noi è la mammità, non la carriera“
RispondiEliminasei stupenda. stupendo è leggersi qui.
Grazie, fanno così bene commenti come il tuo. Davvero non immagini quanto...
Eliminasì direi che casino è il mio secondo nome, forse anche il primo. sono casino, penta casino al servizio di sua maestà e per conto di dio.
RispondiEliminafelice di essere nei tuoi pensieri.
Penta, ti penso più di quanto pensi tu.
EliminaSei tu che non mi pensi maiiii :D
Cara Mamma F. contenta di averti trovata e sentirti così vicina, ammiro le persone che sanno esprimere bene quello che provano. Io non scrivo tanto di mammità perchè non riesco e perciò scrivo di quello che riesco (a fare)...
RispondiEliminaa presto!
Anna tu sei una scoperta recente (in materia di blog): arriverai ad odiarmi quando saremo al milionesimo caffè e alla miliardesima domanda su maglia e ferri!
Eliminaancora oggi nonostante sia passato del tempo non riesco a cpire che mamma blogger sono...forse sono ancora alla ricerca della mia identità...però sono contenta di aver avuto la possibilità di leggerti, grazie a barbara-mamma fatta così. un grazie quindi a tutte e due!
RispondiElimina"Perché mi permettete di essere incoerente e di cambiare idea"...
RispondiEliminaE io penso che ci vuole molta intelligenza per cambiare idea...
Mi piaci Mamma F, sai? :-)
Cambiare idea a volte è quasi doloroso, a volte invece è una liberazione.
Elimina"Non so e non voglio più sapere cosa farò e cosa sarò, so già che sono diventata.
RispondiEliminaIo sono la madre di Simone, il resto transit. E se non transit, che si accomodi, io non ho più fretta" questa frase è meravigliosa...la appenderei al muro per leggerla ogni mattina quando apro gli occhi. credo che ognuna di noi è in rete perchè riceve energia dalle altre, energia positiva come quella che ci avete sempre trasmesso in questo blog. grazie davvero di cuore. mi hai fatto commuovere.
E' la stessa energia che ricevo da questi commenti, grazie!
EliminaSì, siete talmente belle da leggere e da guardare che c'è chi, come me, pur non essendo mamma, vi segue ormai da anni. A volte in silenzio per paura di disturbare, a volte chiedendo permesso e commentando, a volte sentendomi "tagliata fuori" per ovvi motivi, a volte immedesimandomi perché prima di mamme o non-mamme siamo donne, anzi, persone. Dai vostri blog prendo appunti mentali, ispirazione, spunto per discussioni tra me e me. Siete la migliore scuola che potrei frequentare per prepararmi, se e quando, un giorno vorrò diventare mamma anch'io. Scrivo "grazie" su questo post, ma potrei scriverlo in tanti altri di tanti altri blog che ormai popolano il mio quotidiano (e mi fanno restare indietro col lavoro, mannaggia a voi! ^^)
RispondiEliminaEcco, ci sono commenti come questi che mi fanno pensare com'è bello scrivere qui. Grazie.
Eliminaentrando in questo mondo ho avuto la piacevole sorpresa di quanta amicizia, solidarietà e sintonia si respira... mi piace, molto!
RispondiEliminaMa che gioia è tornare a casa e leggere tutti questi meravigliosi commenti?
RispondiEliminaSiete felicità e forza, grazie. Prometto di restituirvele nei post un poco per volta.
Grazie Mamma F! noi ci lega pure un bavaglino, che ora sta passando dal bimbo grande al piccolo. Che strano effetto... ma un po' siamo cresciute insieme, no? :-)
RispondiEliminaTu eri già notevole davvero quando hai aperto il blog, ragazza, credimi... (certo è che insieme su buoni blog si cresce di certo a forza di pensieri!)
EliminaCommento poco, ma questo post mi ha trafitto il cuore. Solo due parole, rischierei di essere banale, perciò preferisco scriverti semplicemente che mi hai emozionata moltissimo.
RispondiEliminaMichela
Grazie Michela, di cuore.
EliminaSono stata per anni una lettrice passiva di tante donne/mamme speciali, mi pareva di non aver mai nulla di altrettanto sensato da dire. Però ci sono frasi che colpiscono qualche nervo scoperto "Io sono la madre di Simone, il resto transit. E se non transit, che si accomodi, io non ho più fretta." Ecco. Questo è quello che sto cercando di fare io, al momento con moderato insuccesso! Il lavoro mi mangia ancora troppe energie, mi costringe ad una velocità che non sento più mia. Per qualche anno questo mi ha fatto gioco, mi ha permesso di nascondermi da una mammità difficile come un macigno. Poi ho capito che la mia presenza faceva davvero la differenza per mio figlio, che cambiava le cose. E così il mio buon proposito è diventato rallentare. Grazie Mamma F per la sintesi, ne farò tesoro!
RispondiElimina"ho capito che la mia presenza faceva davvero la differenza per mio figlio, che cambiava le cose": è tutto lì. Devo ricordarmelo SEMPRE. Anch'io. SEMPRE SEMPRE.
Elimina