domenica 12 dicembre 2010

Allergia agli sbiancanti ottici

Non ricordo se ho mai scritto come ho conosciuto il mondo dei blog; se l'ho già fatto saltate il possimo capoverso, sennò ecco qui.
Per l'ennesima volta, Simo, età di due anni, si ricopriva di piccole pustole su avambracci, gambe (soprattutto coscie) e guance. Queste pustole si arrossavano fortemente, diventavano tante e bollenti, andavano e venivano per 5-6 giorni, ovviamente quando riuscivo ad avere udienza dal pediatra erano quasi scomparse e parevano piccole morsicature di zanzara, che venivano puntualmente sottovalutate.
Ora ho visto la varicella e posso dire che è niente al confronto, come quantità e arrossamento, se proprio vogliamo avere un termine di paragone.
Visto che la soluzione dal pediatra non veniva, sarà che anche un altro pediatra si era pronunciato sparando boiate ("Sarà la bocca-mano-piede, signora", peccato che quella malattia l'abbiamo fatta quest'estate e abbiamo visto la differenza visto che, per l'appunto, le pustole stanno su bocca-mano-piede, mica su avambracci e coscie...), ma io ho iniziato a cercare in rete (visto che erano due anni che vedevo Simo diventare una fragola e mi ero stufata) una spiegazione e ho scoperto il mondo delle mamme blog di qui.

Devo dire però che la soluzione all'allergia di Simone l'ho capita a posteriori: ai detersivi e più nello specifico, probabilmente, agli sbiancanti ottici.
Sapete come ho fatto? Iniziando la decrescita felice della mia vita (qui, qui e qui ne potete leggere), ho cominciato ad autoprodurmi i detersivi per la lavatrice in polvere e liquidi, l'ammorbidente, l'anticalcare, il deodorante, lo spruzzino e "miracolosamente" l'allergia è scomparsa.
Ora, detto così non è una prova, al limite un indizio. Ma aggiungo una vicenda di conferma.
Agosto, dalla nonna 10 giorni. Che cosa sarà mai 10 giorni senza il mio adorato detersivo autoprodotto? E il mio ammorbidente? Adesso non esageriamo no?
Invece sì: tempo 3-4 giorni, ovvero l'intervallo in cui tutti i vestitini della vacanza sono stati lavati con un detersivo da lavatrice normale, ed eccoci di nuovo ricoperti di pustole! Pieni, pieni, pieni da scoppiare.
Basta? Se non bastasse, posso dire che non appena partiti da casa di nonna a Cuneo, abbiamo immediatamente sostituito i vestiti con altri lavati da me e... magia (si fa per dire)! Pustole scomparse in 24 ore.
Basta? Se non bastasse ancora, posso dire che, da agosto a oggi, non abbiamo avuto alcun episodio di allergia.

Adesso però mi domando: visto che mio figlio non ha nessun tipo di allergia specifica a nulla e lo comprova il fatto che sia sempre schifosamente lercio, zozzo e maiale senza patire, che mangi frutta e verdura staccata dalla pianta con mani indecorose, che non presenti intolleranze alimentari, che non abbia problemi di eritemi da sole, MA COSA CONTENGONO I DETERSIVI per essere così prepotentemente reattivi sulla nostra pelle?

Vi riporto quasi per intero un articolo che ho trovato su internet e che mi ha chiarito le idee un pochino.
"LO SPLENDORE AVVELENATO - Leggere l’etichetta del detersivo in verità non è complicato perché spesso non dice granché. I componenti sono indicati per categoria e mancano i nomi delle sostane vere e proprie. Di regola ci troviamo confrontati con le seguenti diciture: sbiancanti a base di ossigeno od ottici, tensioattivi anionici o non ionici, detergenti, sostanze coadiuvanti, profumi, agenti vari, enzimi, senza ulteriore specificazione. Fanno eccezione alcuni ingredienti con classe di tossicità, che sono segnalati al fine di informare il medico in caso di incidenti.
Per una lista esaustiva delle singole sostanze contenute è dunque necessario informarsi dal fabbricante, ma gli elementi in nostro possesso già bastano per farci un’idea del prodotto. Uno ingrediente assai interessante è il solfato di sodio; c’è chi dice sia un mero riempitivo, cioè un espediente per aumentare a basso costo il contenuto della confezione; chi un modo per evitare il formarsi di grumi nella polvere detergente; probabilmente è ambedue. Presente in elevata quantità nei detersivi, anche oltre il 30%, ha l’effetto indesiderato di rendere la biancheria ruvida – da qui la necessità dell’ammorbidente - e, disperso nell’ambiente, concorre a innalzare il livello di salinità delle acque. “Le industrie che producono residui di solfato di sodio hanno trovato nel mercato dei detergenti la gallina dalle uova d’oro. Invece di assumersi i costi di smaltimento vendono il solfato ai fabbricanti di detersivi, che lo utilizzano per aumentare il volume dei loro prosotti. In pratica si vendono scarti a basso costo a prezzo elevato” ci dice Erika Tonizzo, rappresentante per il Ticino della linea Ha-ra, un concetto di pulizia meccanico ideato dal tedesco Hans Raab, che ha come obbiettivo la riduzione ai minimi termini dell’utilizzo di sostanze detergenti.
Il corrispondente del riempitivo, nel detersivo liquido, è l’addensante; aggiunto al solo scopo di aumentare la viscosità del prodotto così da creare nel consumatore l’illusione di maggiore morbidezza ed efficacia. Una trappola psicologica a cui siamo oramai assuefatti è poi quella dei coloranti; sostanze prive di qualunque utilità - se non quella di attrarre il potenziale acquirente - che troviamo anche in detersivi e ammorbidenti.
Restando nell’ambito dei colori vi è poi il concetto instillato dalla pubblicità del “lavare più bianco del bianco”. A lavare innanzitutto è l’acqua, aiutata dai tensioattivi che ne riducono la tensione superficiale favorendone le proprietà detergenti. A questi troviamo spesso associati degli enzimi, rigorosamente OGM, che distruggono le macchie di sugo, cibi, sangue ecc. ma possono essere causa di allergie. Per un bucato “più bianco del bianco” occorrono poi i candeggianti chimici od ottici. I primi liberano ossigeno, che aggredisce lo sporco, e con esso i colori e i tessuti, causando logoramento e sbiadimento della biancheria. Essi sono contenuti in parecchi detersivi, quando converrebbe perlomeno limitarne l’uso al bucato bianco.
Gli sbiancanti ottici, o azzurranti, invece non lavano, ricoprono. Queste sostanze sono introdotte nei detersivi per puri motivi estetici. Esse si depositano sulle fibre del tessuto per rendere visibili ai nostri occhi le radiazioni ultraviolette, che di regola non percepiamo. In questo modo viene percepito bianchissimo ciò che in realtà non lo è. Oltre ad essere difficilmente biodegradabili gli sbiancanti ottici possono causare allergie in soggetti sensibili.
Per chi desiderasse lavare in modo più sobrio esistono sostanzialmente due strade: affidarsi a produttori di detersivi ecologici o riesumare il sapone di Marsiglia, quello originale, derivato dai vegetali e perfettamente biodegradabile. La prima soluzione è decisamente costosa e non sempre mette al riparo da sostanze indesiderate. Pochi sono ad esempio i produttori di detersivi cosiddetti ecologici che osano rinunciare agli enzimi. Qua e là in cercando internet abbiamo visto spuntare nelle loro formulazioni anche riempitivi e addensanti. Decisamente boicottati dal settore sono invece i candeggianti ottici. In conclusione la definizione “detersivo ecologico” è vaga e richiede la personale verifica delle formulazioni, senza contare le trappole semantiche e visive, con etichette che sovente mostrano paesaggi bucolici anche dai fustini dei prodotti più tossici".

Ma bisogna finire su un sito svizzero per leggere queste cose in dettaglio senza che, in cambio, provino a venderti l'ultimo detersivo fintamente ecologico?
Dopo quasi un anno di utilizzo di entrambe le formulazioni, in polvere e liquido, del detersivo fai-da-te e la sostituzione dell'ammorbidente con aceto o, meglio ancora, con acido citrico, posso dire che l'allergia è sconfitta e aver vinto sulla chimica in modo così semplice (la preparazione di due fustoni da 3 litri di detersivo mi richiede un'ora o poco più al mese, nulla rispetto al vantaggio per la salute che ne deriva indossando panni senza residui dannosi...) mi fa sentire strepitosamente bene!

PS:: Inutile dirvi che, se potessi tornare indietro, anche il culetto di Simo per i primi 2 anni di pannolino, lo pulirei con pezze di cotone lavate nel mio detersivo ed imbevute di solo olio di mandorle vero? Che sarebbe mai il lavoro di lavare (e non stirare, ovviamente) qualche pezzotta in più ogni tanto?

8 commenti:

  1. già che ci sei, oltre alle pezzotte per pulirlo, prova coi pannolini lavabili ;;) bel post, grazie delle delucidazioni, sono notizie che è bene che si sappiano!

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  2. Certo che è davvero pazzesco..che ci sarà in questi detersivi?
    Mari

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  3. I pannolini lavabili, come ho già scritto in altri post e in particolare nel tuo "Provati per Voi", sarebbero la PRIMA cosa che comprerei se avessi un altro figlio!

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  4. Anche il mio nanetto soffre di un'allergia che viene e che va e io sono convinta che è l'ammorbidente...da quando non lo uso più le macchie tipo punture di zanzare sono sparite.
    e inoltre un bel bagno con i fiocchi d'avena e la pelle dei nostri piccoli rinasce

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  5. DaddyBear si grattava, Belvetta starnutiva quindi primo passaggio a bio-detersivi e ora (visto il costo...gasp!) a quello autoprodotto (grazie F. e C. siete state una salvezza!).
    Una meraviglia!!!

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  6. Noi tutti abbiamo la dermatite atopica, quindi ho sempre usato solo sapone di marsiglia. A volte prendo i detersivi bio e aggiungo qualche goccia di essenza per il profumo. I bianchi ingrigiscono, questo è l'unico neo. Stare attenti ai detersivi è fondamentale per noi e l'ambiente, ma la dermatite latita... scompare solo in montagna o al mare. Cosa si respira la nostra pelle? Tante schifezze, tante tante...

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  7. Ottima idea quella di produrre detersivi in casa, soprattutto in caso di allergie. Ma ti devo fare una critica.
    "...posso dire che l'allergia è sconfitta e aver vinto sulla chimica in modo così semplice ..."
    Guarda che è chimico anche il detersivo da te prodotto e l'acido citrico e l'acido acetico. Sono laureata in chimica e mi fa molto male quando l'uso della chimica viene demonizzato. Il calcare si scioglie al contatto con l'acido acetico grazie a una reazione chimica! Ci sono sostanze, chimiche, presenti in natura e altre, sempre chimiche, inventate dall'uomo chiamate sintetiche. Ormai quasi tutto ciò che ci circonda a che fare con la chimica:il colore dei tuoi vestiti, tutti gli oggetti in materiale plastico, il gas che bruci per cucinare etc.
    Poi ci sono le esagerazioni, dovute al nostro bisogno di comodità, estetica e quelle dovute ai bisogni indotti (i veri marrani http://clp8uq.bay.livefilestore.com/y1peGG6tTsVuI0VfK_w9WnZSzbg0P32rNZYS_X9t0alqtCqz1mXDrzUKBH-xko9f1rwyJm0p3XoBVEsXAV1MT8DOw/14.gif )
    Sono convinta che tutti potremmo vivere in maniera più semplice e fregarcene di ciò che ci propina la pubblicità, che autoprodurre i beni necessari alla propria famiglia possa portare ad un elevato miglioramento della vita, ma non diamo la colpa alla chimica, piuttosto all'uso scorretto che se ne fa, spesso dettato da chi ha bisogno di vendere. Ti consiglio anche questo blog di un chimico (che non conosco personalmente): si parla di alimentazione, OGM etc. da un punto di vista scientifico ma alla portata di tutti. Chissà magari trovi anche qualche spunto per i tuoi pregevoli prodotti fai da te.
    Ciao

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  8. io ho trovato enorme beneficio utilizzando i prodotti per l'ecobucato di blueeco che sono naturali a base di acido citrico, bicarbonato, perborato, essenze di lavanda e agrumi, li compro online: www.blueeco.it

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